Il trauma, lo stress e le dipendenze: "Nel regno degli spiriti famelici" di Gabor Matè
Per merito di un "amico di penna virtuale" ho potuto leggere il libro "Nel regno degli spiriti famelici, incontri ravvicinati con le dipendenze" di Gabor Matè, un ottimo testo che parla del legame fra trauma stress e dipendenze anche dal punto di vista neurobiologico, ma che è abbastanza discorsivo (seppur scientificamente accurato) da poter essere consigliato a chiunque, anche come lettura introduttiva su queste tematiche.
La parte iniziale del libro ripercorre alcuni casi di pazienti particolarmente problematici e con storie da incubo di questo medico, che opera nel settore pubblico delle dipendenze in Canada, in una zona particolarmente povera della città.La seconda parte si concentra su memorie di Matè riguardo ad una sua dipendenza comportamentale assai peculiare: i CD di musica classica. La cosa può far sorridere, ma se si prosegue nella lettura si noterà quanto questo comportamento abbia condizionato la vita dell'autore e come le dipendenze comportamentali sia classiche che "atipiche" abbiano tutte tratti in comune con le condizioni più conosciute delle problematiche riguardo all'uso di "droghe" e/o alcol.
Il grosso del libro però riesce a dare un quadro semplice ma preciso di come funzionino le dipendenze (sia da sostanze che comportamentali) dal punto di vista neurobiologico e di come traumi e stress precoci rendano più vulnerabili le persone ad esse.
La parte finale fa una critica alla teoria della predisposizione genetica delle dipendenze (è più probabile che ci sia un ruolo preponderante dell' epigenetica). E parti riguardanti i danni del sistema penale proibizionista nei confronti delle persone che usano "droghe" e i benefici di approcci di riduzione del danno e depenalizzazione.
E in un capitolo successivo, tratta anche del sistema dei 12 passi usato da Alcolisti Anonimi e Narcotici Anonimi, che io, nonostante le spiegazioni di Matè cerchino di dargli un aria meno "religiosa", da atea trovo decisamente poco digeribile a livello concettuale (ogni volta che leggo i 12 passi sento nella mia testa un rumore insopportabile di "unghie sulla lavagna"); anche se l'idea di creare attorno alla persona una rete sociale di pari che si impegnano per il medesimo scopo con cui condividere esperienze e di uno Sponsor a cui poter chiedere aiuto nei momenti di crisi sia ottima.
Questa non vuole essere una "recensione" del libro, ma solo un "consiglio di lettura" per persone che soffrono di Disturbo da Uso di Sostanze o da Alcol, o di dipendenze comportamentali e per i loro famigliari e amici o per chiunque voglia informarsi su questo tema, anche come primo approccio alla materia poichè scritto in modo molto discorsivo e semplice seppur preciso.
Commenti
Posta un commento
Se vuoi commenta qui sotto, ma con educazione: