Per far smettere un tossico serve fargli "toccare il fondo"?

L'idea che sia necessario "toccare il fondo" al fine di smettere con "droghe"/alcol è una cavolata anni '80 basata sull'illusione che, se uno "si faceva tanto male/fosse stato costretto a vivere in condizioni miserevoli", avrebbe rinunciato alle sostanze (motivo per cui si rendevano anche le disintossicazioni dolorose e scomode e si consigliava ai parenti di buttare la persona fuori casa rifiutando ogni sorta di sostegno materiale ed emotivo alla persona)...quando uno dei criteri per diagnosticare un Disturbo da Uso di Sostanze è proprio che la persona continua ad usarle nonostante i problemi fisici psichici finanziari e legali che comporta...
Questo dovrebbe far capire che in buona parte dei casi punire/far rischiare la vita/umiliare/rendere la vita miserabile a chi consuma sostanze non lo porterà a "redimersi", oltre al fatto che fare del male ad un individuo nel tentativo di costringerlo a "curarsi" sia una pratica dall'etica perlomeno dubbia...e che l'uso di sostanze non dovrebbe essere trattato come un "problema morale".

Buttare fuori casa una persona con una dipendenza patologica , negandole ogni supporto materiale ed emotivo al fine di costringerla al trattamento, non solo gli fa rischiare la vita, ma anche in caso di adesione a un trattamento è probabile che la persona, aderendovi sotto ricatto, non sia affatto realmente convinta di voler smettere e tenti di utilizzare sostanze sia durante il trattamento che dopo, rendendolo inefficace.

Con alcuni magari funziona perfino, ma a toccare il fondo spesso ci si schianta! 

Sovente ci si ammazza o danneggia fisicamente e mentalmente (o finanziariamente o legalmente) in modo irrimediabile ben prima di decidere di smettere, o non si riesce a smettere stabilmente nonostante i tentativi..

Infatti gli approcci moderni al Disturbo da Uso di Sostanze prevedono la riduzione del danno, non la sua massimizzazione al fine di far "toccare il fondo" alle persone sperando che si ravvedano...
Come prevedono di alleviare o evitare eventuali sintomi di crisi da astinenza fisica e di cercare di dare anche farmaci per limitare o eliminare il craving (quindi niente più "eroica lotta contro i propri demoni" con le persone che devono cercare di resistere senza aiuto reale per mesi o anni al craving, e che, se falliscono, vengono accusate di "scarsa forza di volontà").
E si è visto che questi approcci, che minimizzano il disagio della persona e la trattano in modo umano, sia che non sia ancora pronta/non voglia smettere, sia nell'aiutarla a smettere e a mantenersi pulita, sono in genere più efficaci e sicuri degli approcci che massimizzano dolore e disagio nel vano tentativo di "dare una lezione al tossico così ci penserà due volte prima di  ricominciare a drogarsi"...
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LINK:

  - nel "toccare il fondo" spesso ci si schiante..
 - Per far smettere un tossico serve "fargli toccare il fondo"?
versione pdf scaricabile (Google Drive):
versione TikTok:
https://vm.tiktok.com/ZGeK6GC2F/

 - Breve storia delle Comunità Terapeutiche per tossicodipendenti in Italia (tratto dal "XV Libro Bianco sulle Droghe" di Fuoriluogo).
 - Comunità Terapeutiche come Istituzioni Totali, fra cristoterapia, abusi e sfruttamento.

- "droghe" e alcol: uso ricreativo e dipendenza patologica.

 - sapere che fa male non porta necessariamente a smettere..

 - non maledico la "droga" per i miei casini...

 - "drogarsi" non è immorale e non è un vizio (STOP THE STIGMA)
 - Chiarimenti riguardo al post "STOP THE STIGMA".

 - Riflessioni sulla compliance terapeutica nella terapia per le dipendenze.


 - Riduzione del danno/rischio e info sostanze/dipendenze ("droghe", alcol, farmaci/psicofarmaci/sostitutivi):
 - "gruppo di mutuo aiuto per sballati e alcolizzati" (Gruppo FaceBook)
accesso diretto al gruppo Fb:



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